Lettera della Presidente

Settembre / Ottobre 2016


IL ROSARIO, UN TESORO DA RISCOPRIRE

Carissime e carissimi,

Ottobre è il mese del Rosario. La parola “rosario” da cui prende il nome la preghiera, in onore della Vergine, più diffusa e amata dal popolo cristiano deriva dal latino Rosarium che significa giardino di rose, roseto. Fu così chiamata poiché i grani della corona usata per contare, si dissero rose quasi a rappresentare un mistico serto in onore di Maria. Oggi per la recita del rosario viene, come sappiamo, utilizzata la Corona. Originariamente si usava una cordicella con nodi che era chiamata “ Paternoster”. Dalla corona possiamo scorgere simboli spirituali quali, ad esempio quello di un forte legame spirituale, di un vincolo che ci unisce alla Madonna e a Gesù.
Molti sono stati i Santi e i Papi che hanno esaltato e raccomandato questa preghiera definita: “Vangelo in compendio”, “ preghiera della famiglia e per la famiglia” “scuola di contemplazione e di meditazione”.

Un tempo il rosario era la preghiera di tutta la famiglia e certamente ne favoriva la comunione. Quante famiglie chiudevano, alla sera, la loro giornata con il rosario!
E qui il pensiero va a Mornese e ai Becchi… Mi vedo la finestrella della Valponasca dove ogni sera “Main” invitava i fratelli e i genitori a pregare il rosario prima del riposo notturno e dove lei indugiava ancora in un lungo silenzio colmo d’amore per Gesù.
E vedo la casetta dei Becchi dove Mamma Margherita: “…insegnava a ciascheduno (dei figli) in particolare le preghiere quotidiane, così fece con Giovanni, il quale, appena divenuto capace di associarsi agli altri metteva in ginocchio mattino e sera, e da tutti insieme recitavansi le preghiere con la terza parte del rosario” (MB vol. 1 cap. 5).

Oggi, purtroppo, è più arduo ritagliare nelle nostre giornate il tempo per il rosario.
Faccio mia l’esortazione tratta della lettera apostolica “Rosarium Virginis Mariae” dove Papa Giovanni Paolo II diceva: …” Occorre non disperdere questa preziosa eredità. Bisogna tornare a pregare in famiglia e per la famiglia utilizzando ancora questa forma di preghiera”.
E ancora, il rosario: ... “È poi preghiera di pace anche per i frutti di carità che produce. Se ben recitato come vera preghiera meditativa, il Rosario, favorendo l'incontro con Cristo nei suoi misteri, non può non additare anche il volto di Cristo nei fratelli, specie in quelli più sofferenti. Come si potrebbe fissare, nei misteri gaudiosi, il mistero del Bimbo nato a Betlemme senza provare il desiderio di accogliere, difendere e promuovere la vita, facendosi carico della sofferenza dei bambini in tutte le parti del mondo?

Come si potrebbero seguire i passi del Cristo rivelatore, nei misteri della luce, senza proporsi di testimoniare le sue beatitudini nella vita di ogni giorno? E come contemplare il Cristo carico della croce e crocifisso, senza sentire il bisogno di farsi suoi «cirenei» in ogni fratello affranto dal dolore o schiacciato dalla disperazione? Come si potrebbe, infine, fissare gli occhi sulla gloria di Cristo risorto e su Maria incoronata Regina, senza provare il desiderio di rendere questo mondo più bello, più giusto, più vicino al disegno di Dio?“ (R.V.M.)

Un pensiero particolare desidero riservarlo a voi giovani exallieve/i con l’invito, che sempre il Papa Giovanni Paolo II fece, nel suo messaggio, in occasione della XVIII Giornata Mondiale della gioventù il 13/4/2003. “Consegno oggi idealmente anche a voi, cari giovani, la corona del Rosario. Attraverso la preghiera e la meditazione dei misteri, Maria vi guida con sicurezza verso il suo Figlio! Non vergognatevi di recitare il Rosario da soli, mentre andate a scuola, all'università o al lavoro, per strada e sui mezzi di trasporto pubblico; abituatevi a recitarlo tra voi, nei vostri gruppi, movimenti e associazioni; non esitate a proporne la recita in casa, ai vostri genitori e ai vostri fratelli, poiché esso ravviva e rinsalda i legami tra i membri della famiglia. Questa preghiera vi aiuterà a essere forti nella fede, costanti nella carità, gioiosi e perseveranti nella speranza”.

Con questa lettera concludo l'indicazione delle opere di misericordia corporali e spirituali da attuare che sono:  Ammonire i peccatori - Pregare Dio per i vivi e i morti - Vestire gli ignudi - Seppellire i morti. Come vi ho scritto nelle lettere precedenti, vi chiedo di inviare un contributo personale in merito (segretariaconfederale@gmail.com). Coraggio aspetto con fiducia! Ogni esperienza condivisa è un arricchimento individuale e dell’associazione.

Auguro a tutti una buona festa di Ognissanti. Uniamoci anche nella preghiera per tutti i nostri cari, per le exallieve/i e le FMA che ci hanno preceduti nell'incontro con il Padre.

Con affetto
Maria Maghini

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