Lettera della Presidente

Maggio / Giugno 2015


Carissime e Carissimi,

in questo anno di grazia, nel quale ricorre il Bicentenario della nascita di Don Bosco…, sono certa che in ogni Federazione e Unione della nostra Associazione si è impegnati ad approfondire, rileggere e condividere aspetti della spiritualità di Don Bosco, della sua vita e del suo carisma, ma soprattutto a cogliere l'opportunità, sia a livello associativo sia personale, di ringraziare il Signore per il grande dono ricevuto. Un dono che ha cambiato la vita a tanti di noi. Se ora siamo persone che si impegnano ad essere buoni cristiani e onesti cittadini è perché sicuramente qualcuno ci ha trasmesso i valori carismatici propri della spiritualità salesiana che abbiamo fatto nostri e che rappresentano la struttura portante del nostro essere e del nostro agire.
Una frase di Don Bosco in particolare ha segnato la mia vita “A me basta che siate giovani perché vi ami assai”. Mi sono sentita tanto amata fin da bambina, a partire dalla mia famiglia e poi nell'ambiente in cui sono cresciuta. Insegnanti che si sono prese cura di me, anche quando ero una ragazzina “difficile” e forse proprio questo amore, che ha preso radici profonde in me, ha determinato le mie scelte future. Il lavoro con i giovani è da tempo il mio campo d'azione dove testimoniare e vivere il carisma specifico di cui lo Spirito Santo mi ha fatto dono e che condivido con l'intera Famiglia Salesiana.

L'animazione tra i ragazzi è per me fonte di gioia, ricarica le mie energie fisiche, psicologiche e soprattutto spirituali, perché è la manifestazione concreta del mio amore per il Signore, che non posso contenere esclusivamente nel mio cuore, ma sento di dover rivolgere a loro per essere felice. Per questo motivo desidero, attraverso questa lettera, condividere con voi, exallieve ed exallievi, l'esperienza che sto vivendo da anni con tanti ragazzi.

Ho, infatti, la grande opportunità di dare il mio contributo, per quanto piccolo, alla formazione e alla crescita globale di molti di loro, per i quali metto a disposizione alcune delle mie capacità (dono del Signore!) che mi consentono di utilizzare gli strumenti che Don Bosco stesso ha indicato come possibili vie (canto, teatro, gioco, animazione). In tal modo, accompagnandoli e sostenendoli nella formazione della loro personalità, provo la gioia di collaborare con loro alla costruzione di un'umanità sana e consapevole, dunque più conforme al disegno di Dio.

Don Bosco spesso diceva “amate ciò che amano i giovani perché essi amino ciò che amate voi” e il suo messaggio è sempre valido; conoscere meglio il loro mondo offre la possibilità di entrare in contatto con loro e pian piano creare, con pazienza e tanta passione, una relazione. Naturalmente, per viverla in profondità, per prima cosa è necessario “esserci” ed essere felici di “esserci” senza fretta, rispettando idee e tempi diversi. E questo comporta adeguarsi anche alle necessità dell'altro. Mi accorgo che ogni relazione è davvero differente dall'altra, quindi non esistono regole scientifiche o un protocollo di classificazione che le caratterizzi specificatamente, perché un rapporto si costruisce giorno dopo giorno, dando fiducia, rispettando l'altro nella sua unicità, per quello che è e non per quello che vorremmo fosse.
Alla base di ogni relazione cerco di porre sempre il dialogo, non sempre facile con alcuni di loro. Cerco di ascoltare, senza avere già pronte risposte codificate, ma proponendo varie possibilità di scelta, evidenziando le responsabilità che comportano le diverse opzioni e anche gli eventuali rischi che ne possono derivare ma lasciando sempre la libertà di scelta senza imporre le mie convinzioni.

Ho imparato a non scoraggiami mai, anche quando sembra che il mio impegno a favore dei giovani sembra non produrre alcun effetto; infatti ho compreso con l'esperienza che quanto seminato per amore del Signore prima o poi porterà frutti e questa realtà mi riempie di gioia. Noi non siamo gli artefici del loro cambiamento, noi possiamo essere compagni di viaggio, punti di riferimento, strumenti dell'amore di Gesù, ma è soltanto il personale incontro con Lui che può trasformare e dare senso alla vita di ciascuno di loro e anche di noi educatori.
Di questi anni di servizio a favore dei giovani non rimpiango nulla: tempo, fatiche, rinunce, dispiaceri, perché ho ricevuto molto di più di quanto ho potuto offrire.

Per quanto ho ricevuto, ringrazio Don Bosco con tutto il cuore e come lui “fino all'ultimo respiro” cercherò di impegnarmi a favore dei giovani e quando non potrò più stare con loro fisicamente, lo farò pregando, perché possano incontrare Gesù, che è il senso e dà senso alla nostra vita.
Carissime e carissimi sono certa che anche voi come me avrete una ragione molto significativa per ringraziare il nostro amato Don Bosco… questo mi sembra proprio il momento giusto per farlo… e allora buona riflessione!
Vi abbraccio con affetto.

Paola Staiano

Ultime notizie

VIDEO